Let it FerMenta!

Dove arte e socialità si coltivano e moltiplicano.

Un orto sociale in cui la cultura germoglia insieme a ortaggi km0 e bevande fermentate.

con Elisa Ferrari
Uscita di Marzo 2023 Condividi su

Se siete cresciutз nella provincia italiana, è alquanto probabile che i vostri nonni avessero un piccolo orticello sul retro di casa. Un contenitore fertile che assicurava varietà di cibo in armonia con il ritmo delle stagioni, a km0 e saporito. Difficile immaginare una risorsa simile per chi vive in città, specie una come Milano. Eppure, qualcosa di nuovo sta germogliando tra l'asfalto.

All'interno di Parco Nord, nella periferia nord della città, grazie alla collaborazione proficua tra piante officinali, piante aromatiche e insetti impollinatori, è nato un orto di comunità che tutela biodiversità, sostenibilità e cultura della terra, coinvolgendo gli e le abitanti del quartiere. Si chiama Orticá. La sua particolarità? In esso convivono le due forme di orto sociale e orto famigliare, perché, parallelamente alla scomparsa delle famiglie, Parco Nord lo sta restituendo alla comunità. Le attività sono gestite da Fermenta, un progetto e un’associazione fondate da un’ecologa, un agronomo, due tecnici agrari e una progettista culturale con background artistico. Fermenta nasce nel corso del 2022, in risposta a un bando indetto dal Comune di Milano, La scuola dei quartieri (giunto alla IV^ edizione), e come dice il nome stesso, mira a produrre una bevanda fermentata, che coinvolge la comunità nel processo di creazione e produzione.

A raccontarci come questa onda verde si stia allargando tra i palazzi e le strade del capoluogo meneghino è proprio Elisa Ferrari, artista performativa ora responsabile della progettazione culturale di Base Milano, nonché fondatrice di Fermenta e del collettivo Orticà.

L’orto diventa una performance artistica, un contenitore di pratiche, di idee: è una scrittura continua che parte dall’humus. Elisa Ferrari| cofounder di FerMenta

Dicci qualcosa in più del progetto FerMenta: dove si svolge, da che necessità nasce e come mai avete pensato alla produzione di una bevanda per raggiungere un risultato di “coesione sociale”?

FerMenta è un progetto che nasce per passione, a latere della mia vita professionale. Da quando sono rientrata a Milano, dopo un lungo periodo all’estero, collaboro con Orticá, un orto sociale che sorge nel Parco Nord. Frequentando questo spazio, si è creato un gruppo coeso di persone, ciascuna con competenze e percorsi diversi, ma che in qualche modo condividono una volontà comune. Con queste quattro persone abbiamo creato un'associazione che si occupa di coesione sociale partendo dalla cultura della terra. Dalla biodiversità - basandosi sul rapporto tra piante aromatiche, officinali e insetti impollinatori - abbiamo creato questo progetto di comunità per creare una bevanda fermentata; quando è arrivato il bando del comune di Milano “La Scuola dei Quartieri” nel 2022, abbiamo deciso di presentare il progetto e siamo statз selezionatз.

Ora siamo una sessantina di volontari, suddivisi in tre grandi sottogruppi: apicoltura, orticoltura e fermentazione. Io sono la presidente e mi occupo un po’ di tutto, orticoltura, apicoltura, fermentazione, ma sono più un outsider, essendo progettista culturale con background artistico: sono entrata nel gruppo per portare la mia parte legata alle residenze e alla produzione artistica..

Con l’obiettivo di creare un dialogo tra orticoltura e arte, sto curando la collaborazione con un gruppo di architetti, che hanno un format di cene a base di prodotti naturali e fermentati, per inserire questo evento nel programma artistico di Orticá. Insieme ai soci, sto curando un format dedicato al mondo della fermentazione che di volta in volta si definisce in azioni e pratiche differenti. Ad esempio tra aprile e maggio collaboreremo con Claudia Orsetti, architetto di StudioTraccia, per la realizzazione di una cena che lega cibo naturale e design. Le aspettative e gli obiettivi sono alte, stiamo cercando di unire linguaggi diversi - vorremmo sperimentare anche una sezione legata al cinema - e ampliare le competenze all’interno del gruppo.

L’orto in questo senso diventa una sorta di performance, laboratorio artistico: un contenitore di pratiche, ma anche di idee. Esortiamo a portare nuovi imput, siamo aperti a linguaggi diversi nella linea della coesione sociale. Vorremmo che l’orto diventi una scrittura continua, una vera performance artistica in questo senso.

Come avete acquisito competenza sulle tematiche agronomiche e scientifiche legate alla tutela della biodiversità? Avete fatto una formazione interna o collaborate con un gruppo di tecnici?

Entrambe. Parte del direttivo è composto da persone con formazione tecnico-scientifica: agronomi, tecnici, ecologi. Poi stiamo seguendo una formazione specifica sulla fermentazione e allo stesso tempo noi stessi facciamo formazione all’esterno, agli ortisti. Il direttivo, nel percorso di formazione, è al momento seguito da Flavio Sacco, creatore di LIFe e del canale fermentalista, ricercatore per anni che poi, uscito dall’università, ha iniziato a mettere le mani in pasta e occuparsi più della pratica: ora fa molta divulgazione su tecniche di fermentazione, aspetti salutistici e ricette.

Ritieni che il coinvolgere una determinata comunità in attività incentrate su una materia così concreta e specifica come quella della biodiversità e della coltivazione sostenibile, nonché così "esterna" alla vita quotidiana delle persone, possa avere un effetto positivo sul risultato aggregativo prodotto?

Sì assolutamente, è un processo molto lungo e ce ne stiamo rendendo già conto.
Ci sono dei target molto più facili da coinvolgere: ad esempio, i nostri associati di età media alta. Ma il nostro obiettivo è coinvolgere i giovani, dagli adolescenti fino ai giovani adulti (25 - 28 anni). Sappiamo che è un target molto difficile da raggiungere e per questo abbiamo inserito l’elemento artistico nella nostra programmazione; un mezzo per arrivare a pubblici che altrimenti non potremo coinvolgere con i soli temi legati all’agricoltura. Ci interessa attraversare le pratiche artistiche e scommettere nell’arte come medium per parlare a persone lontane dalla nostra classica “utenza”. Speriamo che entro il 30 giugno 2023, quando terminerà il nostro periodo di sperimentazione legato al bando, saremo riusciti a coinvolgere una ventina di persone tra i 15 e i 25 anni. Per adesso stiamo riscontrando una buona rispondenza, soprattutto grazie ad alcune iniziative su cui non avevamo assolutamente certezza dell’esito positivo. Una di queste è stata la collaborazione con Terrahub, una realtà che si occupa di editoria indipendente e linguaggi artistici attiva nel nostro stesso territorio, che ci ha invitati a creare un evento condiviso sulla cura. Di fatto, abbiamo proposto di visitare l'orto, raccogliere delle verdure e fare un laboratorio di fermentazione. Nonostante le nostre aspettative bassissime rispetto alla proposta, abbiamo avuto una risposta alta, una 20 di persone tra i 18 e i 22 anni che hanno seguito il percorso e ci hanno anche chiesto di proseguire con altre collaborazioni. Altra sorpresa è stato il secondo evento divulgativo con Flavio Sacco, lo scorso 8 febbraio da Oxygen a Parco Nord: abbiamo accolto quasi 80 persone , di cui il 30% erano giovani sotto i 25 - 30 anni. Notiamo che c’è un’attenzione sempre crescente verso i temi sostenibilità, dell’ambiente e dell’ecologia, e il connubio natura e arte si sta rivelando la chiave per amplificare e diversificare la partecipazione.

Questa intervista è una delle attività di sensibilizzazione realizzate per WeSTEAM, progetto finanziato dal programma Erasmus+ dell'Unione Europea, che si propone di sviluppare, testare e diffondere una metodologia basata sull'approccio STEAM per contrastare il gender gap nello studio delle discipline STEM.
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Elisa Ferrari

Elisa Ferrari

Progettista culturale formatasi come coreografa e danzatrice, si è occupata a lungo di produzione artistica legata alla danza e linguaggi del movimento, sia in Italia e che all’estero. Si definisce una figura ibrida che unisce la sensibilità artistica e le capacità operative e organizzative. Dal 2022 è la responsabile Progettazione e Sviluppo di BASE Milano, dove coordina le attività di fundraising e collabora con Linda Di Pietro alla selezione e al coordinamento delle residenze artistiche.

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